mercoledì 13 aprile 2011

Umorismo e Politica – siamo arrivati al paradosso?

Da un po' di tempo, sembra che i nostri politici, non fanno altro che scaricarsi addosso gli insulti più assurdi e vergognosi (e non intendo vergognosi per loro, ma per le Nostre orecchie, quelle dei “giusti” e normali cittadini italiani, che debbono sorbirsi tutto questo), oltre che farsi i loro “porci comodi” e i loro interessi personali.

In TV, sui giornali, nele Radio o su Internet, non si fa altro che leggere o ascoltare le “solite” frasi, i “soliti” insulti e le “solite” lamentele, del politicuccio di turno, mandato al fronte dai suoi colleghi a “rompere i Cogli... la prima mela!” agli “agguerriti nemici” politici, e viceversa. Sembrano tanti bambini che si rincorrono per prendere il giocattolino migliore, ed intanto si tirano i capelli, si danno pizzicotti e schiaffetti ovunque. Politico contro politico, Destra contro Sinistra, Sinistra contro Destra, Politica contro Magistratura, Magistratura contro Politica, “perbenismo” contro festini e orgie... poltrone contro Palazzi, e chi più ne ha, più ne metta! Tutto per avere un poco di “POTERE” in più.

NON CI SI COMPORTA MICA COSì! Cazz...la Randa di quell' albero!

E l' Italia e tutti gli Italiani per bene ed onesti, che sono il 99,99 per cento, dove li mettiamo? Chi li considera? Chi cerca di fare qualcosa per Noi Italiani?! Siamo arrivati ormai in un vicolo senza uscita? Viviamo ormai in un grande ed immenso PARADOSSO?!!

A proposito di paradossi, sentite quello di Protagora.

Tutto questo CAOS sociale e politico, mi fa sorridere (anche se sinceramente vorrei buttare lacrime amare!), e mi porta alla mente un bellissimo paradosso di cui ho letto un po' di tempo fa e che, viene chiamato il paradosso di Protagora o anche dell' avvocato.

Secondo una delle versioni, si racconta che un personaggio dell' antichità di nome Protagora, avrebbe formato agli studi di legge, come istitutore, un giovane molto promettente, Evatlo (Euathlus), dal quale ebbe solo la metà di quanto richiesto per le lezioni impartite, e col quale stabilì che il resto dell' importo, sarebbe stato saldato dopo che questi avesse vinto la sua prima causa.

Ma Evatlo non cominciò la professione di avvocato, anzi si diede alla politica, e non avendo vinto la sua prima causa poiché non ne aveva mai fatte, Protagora non veniva pagato. Quest'ultimo lo convenne (lo citò in Tribunale) dunque in giudizio per essere saldato del prezzo delle sue lezioni.

Il giovane Evlato decise di difendersi da solo, divenendo in questo modo l'avvocato di se stesso, e creando questa particolare situazione di indeterminatezza, che invito a leggere con attenzione:

Secondo quanto sosteneva Protagora:

se Evatlo avesse vinto la causa, avrebbe dovuto pagarlo in base all'accordo, perché avrebbe vinto la sua prima causa.

Se Evatlo invece avesse perso, avrebbe dovuto pagarlo comunque, per effetto della sentenza positiva nei suoi confronti.

Secondo quanto sosteneva Evatlo:

se Evatlo avesse vinto, non avrebbe dovuto pagare Protagora per effetto della sentenza del Giudice.

Se Evatlo avesse perso, non avrebbe dovuto pagare Protagora, perché in base all'accordo preso con lui, non aveva vinto la sua prima causa.

Io a questo punto, penso che non ci sia una via d'uscita per i due personaggi, e che queste cose si verificano molto spesso anche dalle nostre parti, divenendo dei veri e propri “sciupa tempo e denari pubblici”.

Voi cosa ne pensate in merito a questo paradosso? La vedete una soluzione possibile, senza però usare la “maledetta” e solita violenza, che spesso può scaturire da queste simili “situazioni”?

Un saluto

Nessun commento:

Posta un commento

Un saluto e un grazie per tutti i commenti da voi lasciati che impreziosiscono sempre gli articoli letti.